Francesco Mari

Francesco Mari

  1. Mari Francesco (1873-1934). Sacerdote di Nocera Umbra; entrò nel seminario di Nocera a 13 anni. Nel 1893, mostrando particolari attitudini allo studio, fu ammesso e vinse il concorso per il seminario Pio di Roma. Fu ordinato sacerdote nel 1896. Lo stesso anno si laureò in teologia e nel 1900 in Utroque iure, cui aggiunse il diploma di lettere italiane, greche e latine. Era un giovane brillante, pio. La sua apertura agli studi moderni e biblici non piaceva al Vescovo di Nocera, Mons. Anselmini (1827-1910), tradizionalista. Infatti il Mari si stava aprendo agli studi critici della Bibbia e a quel Cattolicesimo liberale, che sfocerà nel modernismo (v.). Aderì poi a tale movimento, che tentava di conciliare la fede cattolica con le scoperte della scienza contemporanea. Con lui, Umberto Fracassini di Perugia, Brizio Casciola di Montefalco e Luigi Piastrelli di Castiglion del Lago furono i maggiori esponenti del Modernismo in Umbria. Per mantenersi a Roma, lavorò due anni alla Biblioteca Vaticana ed era Cappellano da certe suore. Alla morte di Leone XIII (1903), ne fu allontanato e dovette tornare in diocesi, nonostante ogni sforzo per restare a Roma . Il suo primo libro fu il Codice di Hammurabi e la Bibbia (1903): dopo la scoperta dell'antico codice (inverno 1901) in Babilonia, egli si appassionò alla questione assiriologica, a fronte della teologia della Bibbia e delle Dodici Tavole. Questo volumetto fece conoscere il nome di Mari in tutta Europa. Tornato a Nocera, insegnò al seminario locale storia ecclesiastica, sacra scrittura, francese e greco. Intanto si agitava la questione giovannea, cioè del IV Vangelo, circa l'autenticità dell'autore, il carattere storico o simbolico di esso. Nel 1905 il Mari pubblicò un articolo relativo sulla Rivista Storico-critica delle Scienze Teologiche. Nel 1906 scrisse il Canone Biblico e gli Apocrifi del Nuovo Testamento, e, tra il 1907-10, Il Libro dei Salini, tradotto e annotato; nel 1907 Le Idee Escatologiche del Libro di Enoch. Nel 1910 Un Nuovo Frammento della Storia del Diluvio.Via via in questi libri venivano discussi i dommi basilari della fede e la divinità stessa di Cristo. Le sue amicizie si allargarono in Italia e all'estero, Murri, Buonaiuti, Haudin, Loisy, con i quali ebbe fitta corrispondenza, scambio di pensieri e incontri. Nel 1907 lasciò l'insegnamento di storia ecclesiastica e sacra scrittura nel seminario. Raggiunto, sia pure fortunosamente, l'accordo tra storia, esegesi e filosofia, il Mari appare come la personalità più spiccata del Rinnovamento scientifico e religioso. Amico e ammiratore del Buonaiuti, non lo seguì nelle sue estreme conseguenze eretiche, anche se le sue teorie sono talvolta ardite e temerarie, come nel dubbio sulla Divinità di Cristo, della rivelazione, della presenza di Cristo nella Eucarestia, ecc. Il famoso volumetto di Loisy: Cristo o Gesù, lo scosse e, in una lettera a Mons. Canzio Pizzoni (uomo di fede intemerata), giunse a dire: « Le basi della discussione (o della credenza) si allargano e il Cristianesimo va via via assumendo il carattere di un grande episodio » (12/5/ 1910). In quegli anni (1903-1907), aveva collaborato alle riviste: Studi Religiosi, diretta da Minocchi; Rivista storicobiblica di Sacra Teologia, diretta dal Buonaiuti; Bollettino biblico ed altre. Scrisse anche due volumi più avanzati, che restarono inediti: L'Uomo nel soprannaturale e la Rivelazione. Non fu, d'accordo con Houtin (La Crise declergé) che « voleva mettere definitivamente una pietra sepolcrale su venti secoli di Cristianesimo » (28/4/1907). Il Mari spera che nessuno studioso, anche se preso da questo giovanile vento di rinnovamento, esca dalla Chiesa, ma che questa ne risulti nuova e splendente. Partecipò al convegno di Molveno con gli altri modernisti umbri, dove dovevano essere messi i punti fermi del Modernismo. Ma che si risolse in una babilonia di idee. Nel 1910, pubblicò il suo capolavoro : Il IV Vangelo (Roma, Ferrari). Dopo l'uscita della Enciclica Pascendi (1907), che tagliò corto e duramente contro tutti questi fermenti modernisti, il Mari fu costretto a lasciare ogni insegnamento (ottobre 1908); nel 1910, fu colpito dal Decreto dell'Indice. I Modernisti contro la Pascendi redassero la Risposta, ma il Movimento si scompaginò. A malincuore il Mari giurò fedeltà alla Chiesa il 21/12/1910, a mezzanotte, ultimo momento utile, ma non volle spretarsi, come altri. Scomparve per sempre dalla scena della cultura europea. Non trovò più lavoro. Dovette, a 37 anni, sostenere gli esami per maestro elementare. Insegnò tra stenti nello sperduto paesino di Mosciano e in altri piccoli centri della montagna, poi a Montefalco, dove faceva le classi post-elementari. Infine fu direttore didattico della sua città e vi morì il 2/11/ 1934. Oggi gli è stata intitolata la Scuola Media ed è stato giustamente rivalutato con il Vaticano II.