Beato Tommasuccio

Beato Tommasuccio

 La storia 

     Il beato Tommasuccio da Nocera Umbra, comunemente conosciuto con il nome di San Tommasuccio, è un personaggio per il quale i Nocerini nutrono un particolare affetto. La "Legenda" , scritta da un suo discepolo, racconta la nascita di Tommasuccio a Valmacinaia, nei pressi di Lanciano di Nocera Umbra nell'anno 1319, da una famiglia ricca di terre e di bestiame.

     All'età di ventiquattro anni lasciò la famiglia paterna per condurre una vita eremitica presso il monte di Serrasanta di Gualdo Tadino. Dopo questa fase della vita del beato, seguì quella della predicazione. Una predicazione caratterizzata da temi forti, invettive contro i vizi del tempo, invettive non solo rivolte al popolo, ma anche ai potenti. Spesso le sue ammonizioni erano accompagnate da profezie di sventure e castighi qualora non fosse stato ascoltato il suo messaggio. Queste sue profezie gli costarono una denuncia presso la Santa Inquisizione ed anche un breve periodo di carcerazione. La sua predicazione si estese fino in Spagna e grazie al suo carisma alcuni discepoli iniziarono a seguirlo. Morì il 15 Settembre 1377 a Foligno, ma la ricorrenza del 19 Novembre ricorda la traslazione del corpo alla chiesa di S.Agostino che tutt'oggi ne conserva le spoglie. 

  La tradizione

   La festa del "nostro Santo" viene celebrata il 19 Novembre, con la distribuzione del "pane di San Tommasuccio". La "Legenda" narra che quando il beato lasciò la famiglia, vendette tutti i suoi averi per sfamare i poveri. Da qui la tradizione.

   Tradizione che risale al XV secolo, ma che venne abbandonata per lungo tempo, fino a quando un tragico evento la riportò in vita.Nel 1744, in occasione dello scontro tra l'esercito Spagnolo e quello Austriaco, Nocera si trovò depredata dagli austraci che, a seguito dell'attacco portato dalle truppe spagnole, si asserragliarono dentro le mura Nocerine. Gli spagnoli piazzarono i cannoni facendo così presagire l'inizio di un bombardamento. Il 19 Novembre però, gli austriaci alzarono bandiera bianca e la fine del conflitto salvò di fatto Nocera. I Nocerini attribuirono la felice ricorrenza al Beato Tommasuccio e riprese da allora la trdizionale distribuzione del pane.