Nocera mia

Nocera mia

NOCERA MIA

di Maria Rita Rutili in Materazzi

Nocera mia,
è dolce la campagna
che ti circonda
chiaro il cielo che t’avvolge
e cristallino.
Ride la valle nel verde
e piegano gli alberi fronduti
nel gemito del vento.
Tu emergi sul colle
raccolta,
distesa.
Dai portici lunghi t’affacci
e quando t’illumina la notte
come immense finestre
quegli archi s’aprono
uguali
e il tuo paesaggio
ne vive in trasparenza.
Le tue torri come alberi
e tu come nave
pronta a salpare
per l’infinita azzurrità dei cieli.
A te da presso
grigio
un nastro d’asfalto,
scorrendo immobile
a sfida dei secoli
evoca memorie
di una storia lontana
ove tu, mio paese,
più volte caduto,
a vita nuova
risorgevi
come l’albero
dai rami gelidi
che nuova linfa
ingemma.
Il suono antico
del tuo “campanaccio”
non sento più
vibrare
di note basse e solenni.
Quel tono arcano
evocava fantasmi di guerra
lance lampeggianti
e nelle risonanze
lugubri
l’eco del grido
d’una castellana.
Ora tacciono
i radi rintocchi
come se il passato
fosse sepolto.
Ma rivive
un’epoca lontana
nel mistico silenzio
medioevale
dei tuoi vicoli,
nel giornaliero palpito
del lavoro artigiano.
Nocera mia,
volgono i secoli
volgono le forme
i nomi
ma la tua primavera
il sorriso azzurro
del tuo cielo
rimangono
eterni testimoni
al mio cuore
del tuo passato,
vivi emblemi
del fuggente domani.


di Maria Rita Rutili in Materazzi